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KLINGON:
Termine che deriva dal Sanscrito intergalattico e che vuol dire “alieno”. Egli possiede un’eccezionale somiglianza con gli umani ... è solo più nervoso e più aggressivo.
Cerchiamo ora di analizzarne più dettagliatamente il fisico.




Inside a Klingon ANATOMIA KLINGON:

L’anatomia klingon è molto singolare, infatti ogni funzione vitale è garantita dall’esistenza di un organo o sistema “di scorta”, detto ridondante. Nella lingua klingon questa capacità è conosciuta come “brak’lul”.
I klingon, per esempio, possiedono 2 fegati, 8 cavità cardiache (gli umani ne possiedono 4), 23 paia di costole (gli umani ne possiedono 12 paia), 2 stomaci (“Virus”, VOY).
Per questa “sovrabbondanza” i klingon possiedono una predisposizione genetica al combattimento. Infatti essi risultano incredibilmente forti ed in grado di combattere anche se feriti gravemente; la loro struttura biologica consente all’organismo ferito di mantenere inalterate le sue funzioni.

L'operazione di Worf Sarà proprio per la caratteristica “brak’lul” che Worf avrà salva la vita dopo un trapianto del midollo osseo, operato dopo un rovinoso incidente in cui Worf perse la mobilità delle gambe, e reso possibile dalla sperimentale scienza genotronica (“Questione di etica”, TNG).

La “linfa vitale” che unisce tutti gli organi klingon, il sangue, è un liquido di color lavanda (Star Trek VI).

All’interno del cranio, rinforzato da una spessa corazza visibile anche esteriormente, non sono presenti condotti lacrimali. Ecco spiegato il perché i klingon non piangono mai (e dir loro il contrario è un insulto).
Al contrario dei condotti lacrimali, l’olfatto klingon è molto sviluppato, tanto da ricoprire un aspetto fondamentale nella vita quotidiana in ogni sua forma, non solo durante la caccia (Worf insegna al giovane Toq a seguire la preda sentendone l’odore ed avvertendone il battito cardiaco - “La voce del sangue”, TNG), ma anche nella scelta del proprio partner (quando Geordi chiede consiglio a Worf in materia amorosa, egli gli risponde di basarsi sull’odore di lei - “Trasformazioni”, TNG).




FISIOLOGIA KLINGON:

Fisiologia Klingon

L’aspetto esteriore klingon è quello di umanoidi con una corporatura decisamente più massiccia e più imponente di quella umana.
Schema della fronte di Alexander e di Worf Le ossa del cranio sono sporgenti e formano delle specie di scaglie, così come le ossa della schiena, lungo la colonna vertebrale, e le ossa superiori dei piedi (“Questione di etica”, TNG).

Le scaglie frontali sono uniche e caratteristiche di ogni individuo, proprio come le nostre impronte digitali (vi é mai capitato di regalare ai vostri genitori il calco della vostra mano? É esattamente ciò che fa Alexander, figlio di Worf e di K’Ehleyr, regalando al padre il calco della sua fronte, “la fronte di un guerriero” - “Universi paralleli”, TNG).

Si può notare meglio tale caratteristica osservando la fronte di Alexander in età adolescenziale ed in età matura (“Alexander”, TNG). Qui potrete osservare, invece, i caratteri fondamentali della fronte di Alexander e di quella di Worf.




DIVERSE RAZZE DI KLINGON

I primi contatti della Federazione con i Klingon sono avvenuti in realtà con degli esseri geneticamente modificati per apparire più simili agli umani e, quindi, per infiltrarsi con maggior successo nella Federazione.
Successive intercettazioni dei messaggi, la prima in occasione della crisi di V’ger (“Star Trek I”), hanno rivelato il vero aspetto dei Klingon.
Le razze più diffuse all’interno dell’Impero Klingon sono le seguenti: Klingon Imperiale, ramo principale; Klingon Fusione con la razza Umana; Klingon Fusione con la razza Romulana.

Klingon Imperiale - Ramo principale
Fisicamente, la razza Klingon Imperiale è imponente ed aggressiva. Sia i maschi, sia le femmine hanno una massa muscolare più sviluppata rispetto alle altre razze umanoidi, sono generalmente più alti e raggiungono la struttura adulta più precocemente rispetto gli umani.
In questi individui, geneticamente puri, è molto evidente la caratteristica fronte “a scaglie”, caratteristica meno marcata negli individui di fusione (la maggior evidenza è dovuta non solo alla presenza di maggiori “corrugazioni”, ma anche alla maggior profondità delle stesse).

K'Eheleyr klingon metà umana Klingon Fusione con la razza Umana
Per molti anni il vero aspetto dei klingon è rimasto sconosciuto e gli esemplari incontrati fino a quel momento (crisi di V’ger - “Star Trek I”), erano il risultato di una fusione bioingegneristica Klingon-Umani, fisicamente identici agli umani tranne che per la pelle dalla colorazione tendenzialmente olivastra. I dati biometrici presentati da tali individui erano molto simili a quelli umani, rivelando la notevole conoscenza scientifica dei Klingon nella genetica.
Prima della ratifica del trattato di alleanza tra l’Impero Klingon e la Federazione, i testi di medicina federali erano molto carenti sull’anatomia della razza Imperiale, come dimostrato dal dottor McCoy nel vano tentativo di soccorrere il Cancelliere Gorkon (Star Trek VI). Però, anche dopo la pace raggiunta, come già specificato, i testi di medicina della Federazione rimangono comunque lacunosi.
Klingon geneticamente modificati a parte, è possibile una fusione klingon-umana più “naturale”.
Gli individui aventi un retaggio mezzo klingon e mezzo umano sono molto più simili a quelli geneticamente puri di quelli ottenuti tramite la bioingegneria. Infatti, la caratteristica fronte, seppur con minor evidenza, rimane sempre un segno di riconoscimento.

Klingon Fusione con la razza Romulana
Presente soprattutto lungo il confine Klingon-Romulano, esibiscono tratti somatici misti con quelli romulani, mantenendo molto evidenti le peculiarità somatiche di entrambe le popolazioni: è palese una marcata corrugazione frontale e sono evidenti affusolate orecchie “a punta”.

Ognuna di queste tre razze presenta numerose altre sottospecie minori.


PATOLOGIE KLINGON:

Alcune malattie klingon, di cui siamo a conoscenza:

  • Il “rop’ngor” simile al morbillo terrestre, si manifesta a volte durante la giovinezza klingon, ma accade raramente che si presenti anche in soggetti adulti, provocando mancamenti e vertigini.
    Worf ne rimane affetto nell’anno 2365, quando a bordo dell’Enterprise l’ufficiale medico è la Dott.ssa Pulansky, che riesce a giustificare tali mancamenti adducendo la scusa di un digiuno rituale klingon, salvaguardando così l’orgoglio dello sfortunato affetto da una malattia infantile (“L’avventura del Mariposa”, TNG). Dopo quest’avvenimento sappiamo che i klingon non svengono mai (e dir loro che uno è svenuto è un’insulto).

  • Il “gorch” simile al foruncolo terrestre, ma di dimensioni molto più grosse. Quello che compare sul volto di Worf (Star Trek IX) doveva essere ben evidente tanto da indurre il capitano Picard a chiedergli se avesse preso parte ad una rissa, e da indurre il comandante Riker ad osservare, divertito, “voi klingon fate tutto in grande, vero?”.

  • Il “pon far”, la classica fase vulcaniana ricorrente e durante la quale i soggetti interessati sono sconvolti da uno squilibrio chimico che comporta un’alterazione degli equilibri emotivi ed una completa incapacità di governare i propri istinti.
    Pur non essendo vulcaniana, anche il tenente B“Elanna Torres entra in questa fase, contagiata dal guardiamarina vulcaniano Volik (“La febbre del sangue”, VOY). Esattamente come avvenne per Spok (che riuscì ad uscire dalla fase combattendo il duello rituale con Kirk - “Amok time”, TOS), anche per B’Elanna il duello rituale, contro Volik, sancisce l’unico rimedio attuabile per ripristinare l’equilibrio chimico (anche se l’opzione “accoppiamento”, con Tom Paris, sarebbe stata molto più interessante).




A dispetto della considerevole evoluzione tecnologica klingon, esistono significative lacune nella scienza medica di questo popolo.
Questo è dovuto, in parte, alla loro cultura basata sull’onore dell’essere guerrieri, infatti un guerriero ferito viene aiutato a compiere il rito suicida “hegh’bat”. La traduzione letteraria del nome di tale rito è “il tempo di morire”.
Eseguito dal guerriero che non è più in grado di combattere, viene portato a a termine dal figlio maggiore di questi, o da un amico intimo. Mentre il compito del celebrante è solo (anche se qui solo è abbastanza) quello di trafiggersi il petto con il rituale pugnale, compito del figlio, o amico che sia, non è solo quello di preparare il pugnale e porgerlo al suicida, ma è anche quello di estrarre la lama dal petto esamine, pulirla e riporla nella custodia (gulp!).

da Webtrek Italia n.16, Settembre 2000

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