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Data Come Data non perde mai l’occasione di sottolineare, lui non prova sentimenti o emozioni, ma spesso noi spettatori abbiamo un’impressione differente.

Data stellare 41242.4, l’Enterprise D si trova nell’orbita di Omicron Theta, il pianeta che ospitava la colonia cui apparteneva il dott. Noonien Soong, padre-creatore di Data.
Il mistero che avvolge la distruzione di tale colonia induce la Flotta Stellare ad incaricare il Capitano Picard ad indagare.
Esplorando la colonia, la squadra di ricognizione, cui fa parte anche Data, giunge al laboratorio del dott. Soong.
L’abilità interpretativa di Brent Spinner regala al personaggio Data un’espressione simile, e dico simile perché è comunque presente il “filtro meccanico” che contraddistingue il nostro “Pinocchio” del XXIV secolo, a quella di un uomo che torna dopo molti anni di assenza nei luoghi della sua fanciullezza; luoghi ai quali si sente stranamente e teneramente legato.
In quei frangenti la squadra ritrova, all’interno di un nascondiglio passato inosservato al momento del ritrovamento di Data ben 26 anni prima, un altro androide, non assemblato ed avente le stesse sembianze di Data: sarà Lore.
Sul volto di Data si dipinge, così, un’espressione di meraviglia, oserei dire, gioiosa; ora Data ha innanzi a sé un mondo tutto nuovo. Fino a questo momento si è sentito solo, unico nel suo genere: un androide, frutto del genio di un uomo, Noonien Soong, che ha sentito il bisogno di dare una continuità alla propria vita creando un nuovo essere (“I fratelli”).
Ora questo senso di solitudine sembra svanire dai circuiti positronici di Data al solo pensiero di avere un fratello, un fratello gemello.
Nota sul cervello positronico che “anima” i due androidi: è un computing device estremamente avanzato, che usa il decadimento dei positroni per creare sistemi di reti neurali sofisticate. Tale concetto è stato postulato nel XX secolo da Isaac Asimov, ma sarà realizzato solo nel XXIV secolo dal dott. Noonien Soong.

Lore Una volta teletrasportati a bordo i componenti ritrovati, medici ed ingegneri iniziano la fase di riassemblaggio, cui partecipa come “esempio pratico” anche Data.
A questo punto entra in scena Lore: terminato l’assemblaggio, tutta la squadra, compreso il Capitano, è in attesa del primo segno di vita dell’androide ritrovato, e quando Picard si chiede quale dei due sia stato costruito per primo, Lore apre gli occhi e risponde che il primogenito è stato Data, ma il loro creatore lo ha trovato imperfetto e così ha costruito lui per correggere gli errori commessi.
Pur avendo lo stesso aspetto fisico e gli stessi schemi positronici, Lore esprime da subito una personalità molto diversa da quella di Data, con caratteristiche praticamente umane (infatti sapremo che la programmazione di Lore, rispetto a quella di Data, comprende anche reazioni emotive).
Lore esprime qualità ignote al fratello, come l’orgoglio, il rancore, e non ultima la malvagità.
Lore riesce anche a mentire senza alcun problema infatti, durante la puntata, confessa di aver esordito mentendo sulla data di costruzione: lui è il primogenito, non Data. Mente un’altra volta quando spiega il perché lui sia stato disattivato prima della costruzione di Data: lui afferma che i coloni fossero gelosi della sua perfezione ed avessero chiesto al dott. Soong di costruire un altro androide meno perfetto.
Ho trovato divertente la specie di interrogatorio che Riker fa a Lore durante una visita in plancia di quest’ultimo, e soprattutto la citazione del teorema di Pitagora, iniziato da William e concluso da Lore. In quel momento ho ripensato alla diffidenza che Riker aveva mostrato inizialmente nei confronti di Data (“Incontro a Far Point - II”), ma che ha tramutato in completa fiducia nel corso degli anni vissuti insieme sull’Enterprise.
Ora però Riker si ritrova a bordo un altro androide, che non conosce, e di cui non si fida. Egli conserva intatti i sentimenti di sospetto nei confronti di macchine troppo evolute che sono tipici della serie originale, teme che l’androide possa ribellarsi al suo creatore, e purtroppo in questo caso le sue “paure” si rivelano esatte.
Nonostante il ritrovamento di Lore, che rappresenta per Data fonte contrastata di gioia (per aver ritrovato un fratello) e di delusione (per la vera natura di Lore), il mistero sulla morte di tutti i coloni della colonia di Omicron Theta rimane.
Data e Lore Lore è in grado di fornire una spiegazione per l’accaduto, e parla dell’entità cristallina, una forma di vita che si muove nello spazio e che si nutre della vita biologica. Così il mistero di Omicron Theta è svelato, ma la tensione creata dagli sceneggiatori non si è affatto affievolita.
Lore disattiva con un inganno Data, e ne prende il posto (nelle vesti di Data annuncia di aver dovuto disattivare il fratello perché pericoloso), contatta la stessa entità cristallina, proprio come aveva fatto su Omicron Theta, e la informa della posizione dell’astronave e dei punti deboli.
A questo punto Wesley Crusher, in uno dei suoi pochi interventi non criticati dalla maggioranza del pubblico, impersonificando gli occhi vigili e la mente aperta dei bambini, intuisce che la persona presente in plancia non è Data, e solo grazie alla sua insistenza riesce a salvare la situazione. Convince la madre a recarsi nell’alloggio di Data, dove lo trovano “svenuto”: il piano di Lore viene scoperto non appena Beverly Crusher riattiva il vero Data.
Nel frattempo Lore è riuscito ad abbassare gli scudi e l’entità cristallina non è molto distante. Nel tentativo “in extremis” di salvare l’equipaggio dell’Enterprise, Data riesce a teletrasportare il fratello nello spazio, permettendo così la ristabilizzazione degli scudi.
A questo punto mi sono sentita decisamente meno tesa, ma non del tutto tranquillizzata, in quando Lore non è stato distrutto, ma è stato solo abbandonato fluttuante nello spazio. So che prima o poi ritornerà, perché, come si dice, “l’erba cattiva è dura a morire”.
Una curiosità: questo è stato l’ultimo episodio della saga di Star Trek che riporta, nei titoli di coda, la firma del creatore: Gene Roddemberry.

da Webtrek Italia n.14, Giugno 2000
articolo di Marina "K'Eheleyr" Bo

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